Modelli di dispersione

Per la valutazione dell’impatto olfattivo presso i ricettori sensibili il riferimento nazionale è rappresentato dalle Linee guida della Regione Lombardia: “Linee guida per la caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno” emesse con Deliberazione Giunta regionale 15 febbraio 2012 – n. IX/3018, che nell’allegato 1 raccomandano l’utilizzo di modelli matematici di dispersione degli odori.

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La valutazione dell’impatto odorigeno consiste nella misurazione della frequenza di superamento di una soglia di odore, fissata in 1, 3 e 5 ouE/m3, con un limite stabilito statisticamente al 98° percentile.

Gli studi modellistici per la valutazione dell’impatto olfattivo permettono di valutare l’estensione sul territorio dell’impatto prodotto da emissioni esistenti o ipotetiche, sia per finalità autorizzative (procedure AIA, VIA, ecc.), sia per finalità consulenziali: ad esempio, per individuare scenari emissivi ottimali in termini di impatto olfattivo.

Gli studi prevedono innanzitutto la valutazione del quadro emissivo, cioè la misura o la stima previsionale di tutte le emissioni interne all’impianto o indotte dall’impianto, quali emissioni convogliate (camini, biofiltri), areali diffuse (stoccaggi di rifiuti, vasche di depurazione liquami), volumetriche e fuggitive (capannoni, serbatoi). Per ogni sorgente individuata si definisce il flusso emissivo OER (odour emission rate), espresso in unità olfattometriche al secondo (ouE/s), con la sua modulazione temporale (frequenza di emissione), e naturalmente quota, velocità e temperatura di emissione, ecc.

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È indispensabile la valutazione preliminare sito-specifica della meteorologia e dell’orografia del territorio, la definizione dei venti dominanti e della frequenza delle calme di vento, come pure l’individuazione dei ricettori sensibili (abitazioni, scuole…) attorno alle sorgenti emissive.

Si sceglie il modello di dispersione più idoneo: a seconda dell’applicazione, si impiegano modelli di uso più diffuso (gaussiani non stazionari come Calpuff) o modelli più evoluti (es. lagrangiani a particelle come Spray di Arianet) se è importante il profilo emissivo verticale.

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Il risultato finale comprende mappe di concentrazione dell’odore: 98° percentile annuale e massimo annuale delle concentrazioni orarie di picco (DGR n. IX/3018 del 2012, Lombardia), con linee isovalore 1 – 3 – 5 ouE/m3 o rappresentazioni del pennacchio odorigeno per scenari prestabiliti (worst case) oppure tabelle con i valori di concentrazione di odore ai ricettori.